SAN NICOLO' DI CAPODIMONTE
Intro/La storia / Visita Guidata

Scendendo a piedi da S.Rocco, si incontra la chiesetta di S.Nicolò di Capodimonte.
Chiesetta pregevole esempio di arte romanica, fiancheggiata dall'attiguo monastero e da un piccolo nucleo di case, conserva ancora oggi, nonostante le diverse e numerose traversie, l'antica struttura in pietra edificata secondo la tradizione nel XII secolo. Tra gli affreschi affiorati durante il restauro del 1925-26 ce n’è uno significativo, la più antica rappresentazione della "Stella Maris": una barca nel mare in tempesta è soccorsa dalla Vergine che tiene in braccio il Bimbo.

LA STORIA
La menzione più antica per la chiesa data al 1141: da un atto notarile risulta che in quell'anno i consoli di Genova fecero una donazione ad Ansaldo, prete della chiesa di San Nicolò di Capodimonte.

Nella prima metà del sec.XII l'edificio dunque esisteva già. Era stato da poco costruito con il relativo convento, trasformato nel secolo scorso in un palazzo di abitazioni, dai monaci di San Rufo. Quest'ordine, che seguiva la regola si Sant'Agostino, era stato fondato nel XI secolo da quattro canonici della cattedrale di Avignone che avevano avuto il permesso dal loro vescovo di ritirarsi in un santuario suburbano di quella città.

L'edificio era dedicato a San Rufo, di cui in esso si custodivano le reliquie, e l'ordine prese la denominazione di "Canonici Regolari di San Rufo". A questa stessa congregazione appartenevano le chiese genovesi di San Michele di Fassolo, demolita alla metà dell'800 per costruire la stazione ferroviaria di Principe, e di San Salvatore di Sarzano, tuttora esistente nell'omonima piazza ma, dopo i danni subiti nell'ultima guerra, chiusa al culto. La prima fondazione in terra genovese dei monaci di San Rufo fu probabilmente proprio quella di Capodimonte.

Il sito prescelto per costruire il complesso monastico doveva avere anticamente già ospitato una chiesa: poco lontano è una località chiamata ancora oggi "chiesa vecchia"dove l'alluvione del 1915 ha fatto riaffiorare un muro di pietre lavorate. Subentrati i Mortariensi ai Canonici di San Rufo per un breve periodo, dal 1154 al 1172, e ripristinata con il favore di Alessandro III la situazione originaria, i monaci rimasero nella loro fondazione fino al 1440. In tale anno la chiesa venne eretta in commenda e quindi affidata d abati secolari. Nel 1864 l'intero complesso vene messo all'asta: l'acquisterà l'anno dopo il Cav.Andrea Bozzo di Camogli.

La chiesa, riaperta al pubblico culto nel 1870, avrà come custodi dal 1874 al 1890 i Padri Minimi, ai quali sarà affidata la formazione religiosa del figlio del Cav. Bozzo, Giacomo. E proprio a questi, divenuto sacerdote nel 1879, toccherà, nel momento dell'assegnazione dei beni di famiglia, per sorteggio, la chiesa di San Nicolò che egli morendo rimise in proprietà all'autorità Ecclesiastica. Dichiarata monumento nazionale, è stata oggetto di radicali restauri tra il 1925 e il 1926. Tali lavori sono consistiti nell'aprire una porta alla base del campanile, nella ricostruzione del soffitto della navata e dell'arcata di mezzo, nel rifacimento delle vetrate e del pavimento e nella rimozione degli intonaci seicenteschi dai muri interni.

Nel 1971 è stata rifatta la scala che dà accesso al portale, così come essa si presentava alla fine dell'800. La costruzione risente in pianta dell'asperità del terreno su cui venne edificata.

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