CAMOGLI
Nel ripido e verdissimo anfiteatro naturale, tra gli ulivi e i
pini marittimi del Golfo Paradiso, sulla riva è Camogli.
Il
porticciolo con le sue barche variopinte, la palazzata multicolore
delle case arrampicate, una tradizione marinara che è ancora
viva, l'allegria della sagra del pesce:
così ci si ricorda della "Città dei Mille Bianchi
Velieri" e se ne sente la nostalgia quando si è lontani.
Il
Centro storico si sviluppa intorno al porto, con la Chiesa
Parrocchiale, il Castello del
Dragone sull'antica "Isola" (o "il Giorgio" com'è
chiamata affettuosamente), e le belle case decorate. La terrazza
del Castello offre un'incantevole vista sul porto e sulle viuzze
della vecchia Camogli.
Ed è nei "carruggi" in prossimità del porto che
si incontra spesso l'immagine della Vergine, alla quale i camogliesi,
nei secoli, si sono sempre rivolti invocando protezione per i
loro cari lontani sul mare.
Dall
porticciolo, affollato dalle barche dei pescatori e dai battelli
turistici che solcano le acque alla volta di S.Fruttuoso,
ha inizio la passeggiata a mare. E' via Garibaldi, con i suoi
molteplici bar e ristoranti dove sostare per sorseggiare un caffè
o assaggiare la cucina ligure contemplando il luccichio del mare.
L'ORIGINE
DEL NOME
Le ipotesi sono numerose: quelle più fantasiose e meno
credibili fanno derivare la parola dal genovese "Cà a muggi"
(case a mucchi) o "Cà de mogee" (casa delle mogli - quelle
dei pescatori e marinai in attesa del ritorno del marito).
Tra le più accreditate sono quelle che fanno derivare il
vocabolo da "Camulio" o "Camulo", nome attribuito a Marte dai
Sabini ed Etruschi o da Camolio, divinità solare gallo-celtica.
LO
STEMMA DI CAMOGLI
Nel 1877 Camogli, per decreto di Re Vittorio Emanuele II, Camogli
diventa "Città" e acquisisce il diritto di utilizzare lo
stemma araldico.
Così viene descritto ufficialmente:"
è d'azzurro,
alla nave antica, a tre vele latine, vogante sopra il mare di
verde fluttuoso argento, verso una torre d'oro
."
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